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Non sappiamo, dunque, come Anassagora avesse risolto il problema. Ci è noto, invece, il lavoro di un matematico un po’ più giovane di Anassagora, Ippocrate da Chio, di cui abbiamo già parlato. Fu lui che, per avvicinarsi al problema, affrontò quello preliminare della quadratura delle lunule.
Egli mostrò prima che le aree dei due cerchi stanno tra loro come i quadrati costruiti sui loro diametri. Di qui riuscì finalmente a ottenere la prima rigorosa quadratura di un’area curvilinea nella storia della matematica.
Ippocrate descrisse altre numerose quadrature di lunule, anche con trapezi isosceli. Ci sono però opinioni diverse circa le conseguenze che egli avrebbe tratto dalla sua quadratura delle lunule. Alcuni sono convinti che egli credesse di poter quadrare tutte le lunule, quindi anche il cerchio. Altri ritengono che egli si rendesse conto dei limiti del suo metodo. Non manca infine chi sostiene che Ippocrate sapesse benissimo di non aver quadrato il cerchio, ma cercasse di ingannare i suoi concittadini inducendoli a pensare che ci fosse riuscito. Certo è che non esiste documentazione, oltre le lunule. Esiste invece documentazione del metodo della quadratrice, dovuto a Dinostrato
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