egizi

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E’impossibile sapere chi sia stata la prima persona ad osservare che, al crescere di un cerchio, il suo diametro e la circonferenza crescono in proporzione costante.

La più antica documentazione esistente di questo rapporto ci è stata lasciata da uno scriba egizio, di nome Ahmes, intorno al 1650 a.c., in quello che è noto come il Papiro Rhind.

Aihmes scrisse: 

" Togli 1/9 a un diametro e costruisci un quadrato 

sulla parte che ne rimane. Questo quadrato ha la 

stessa area del cerchio"

Poiché sappiamo che l’area del cerchio è П r2, se quest’area è il quadrato di 8/9 di diametro, allora il rapporto tra circonferenza e diametro è 162/ 92, ovvero 3,16049.

 

 

 

Si tratta, come si vede, di un ottimo valore, 

che si discosta di meno dell’1 % dal vero valore, di circa 3,141592653

Eppure, mille anni dopo, i babilonesi e gli antichi ebrei continuarono a usare il valore 3, molto meno esatto. Per gli ebrei, il riferimento è alla Bibbia, che nel libro i Re dell’Antico Testamento, così afferma, a proposito dell’altare costruito nel tempio di Salomone:" Poi fece il mare fuso. Dieci cubiti da una sponda all’altra completamente rotondo.La sua altezza era di cinque cubiti e una corda di trenta cubiti lo circondava". 30 / 10 è uguale a 3, e questo fatto, per la sua grande imprecisione, ha turbato per anni matematici e studiosi che, nel tentativo di giustificarlo, hanno trovato infinite giustificazioni, alcune fantasiose e affascinati, altre dubbie. Ad esempio 

la parola circonferenza, in ebreo, ha due grafie, e ad ognuno, come in tutto l’alfabeto ebraico, corrisponde un numero. Bene: alle due grafie di "circonferenza" corrispondono i numeri 111 e 106. Dividendo 111 per 106 e moltiplicando il quoziente per il valore comune di 3, si trova, incredibilmente 3,14150943!!