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Donne e matematica

 

In occasione dell’anno mondiale della matematica si è tenuto a Parigi un congresso su << donne e matematica >> . Si tratta di un argomento quanto mai delicato a causa della supposta contrapposizione fra femminilità e razionalità . Il presente che vede una maggioranza di donne tra gli insegnanti di matematica è singolarmente costruito su un passato avaro sì di grandi nomi ma non vuoto . Basta ricordare fra tutte , la libera pensatrice Ipazia di Alessandria, che fu brutalmente uccisa nel 415 d.C. dietro istigazione del Patriarca Cirillo .

Ipazia di Alessandria è ricordata nella storia della scienza come la prima donna cultrice delle matematiche che abbia lasciato tracce apprezzabili dei propri studi . Nacque intorno al 360 d.C. e finì tragicamente in un giorno del marzo 415, durante una delle sanguinose e frequenti lotte tra il paganesimo agonizzante ed il cristianesimo trionfante . Ebbe in vita fama di vasta cultura , particolarmente nel campo delle matematiche , dell’astronomia e della filosofia , dove aveva abbracciato con entusiasmo il pensieri neoplatonico .

Era figlia di Teone , che la storia delle matematiche ricorda come uno fra i primi e più seri commentatori degli Elementi di Euclide e senz’altro il maggiore commentatore dell ‘ Almagesto di Claudio Tolomeo .

L’ Almagesto , il più antico trattato di astronomia che si conosca , contiene le osservazioni astronomiche degli antichi e tratta in particolare del sistema geocentrico , detto anche sistema tolemaico secondo il quale la terra è il centro dell ‘ universo . Del commento all ‘ Almagesto di Teone , pubblicato a Parigi nel 1821 , si conoscevano soltanto i primi due libri e si considerava ormai perduta la parte rimanente , quando A. Rome ebbe la fortuna di rintracciarla tra le carte della Biblioteca Nazionale di Firenze e pubblicarla nel 1916 .

L’aggiunta nel titolo del nome di Ipazia è giustificato dal fatto che , dopo un esame critico del testo completo , gli storici sono stati del parere che , in questo suo lavoro , Teone sia stato aiutato dalla figlia . Altre opere di Ipazia sono i commenti alle opere di Apollonio di Perga , uno dei massimi geometri greci e di Diofanto , matematico alessandrino autore di un libro di Aritmetica pregevole per semplicità e completezza .

Il fatto che gli scritti di Ipazia riguardino principalmente commenti alle opere classiche , testimonia il carattere prevalentemente didattico della sua intensa attività di studiosa . Infatti insegnò a lungo nel Serapeo , il grandioso tempio di Alessandria dedicato al culto del dio Serapide, abbattuto a furor di popolo nel 391 allorché il paganesimo alessandrino subì uno dei più duri colpi da parte del cristianesimo trionfante .

Ipazia si trovò coinvolta nel grave contrasto che contrappose il prefetto augustale Oreste , al quale essa era legata da sincera amicizia , al patriarca San Cirillo . Oreste , nella sua qualità di rappresentante del potere politico , rimproverava a Cirillo l’espulsione degli ebrei da Alessandria eseguita a furor di popolo su istigazione dello stesso patriarca il quale , di carattere intollerante ed autoritario , reagì alle accuse con estrema violenza . E fu lo scontro . Si insinuò che il maggiore ostacolo alla pacificazione tra Cirillo ed Oreste fosse Ipazia , di cui era nota l’amicizia e l’influenza che essa esercitava sul prefetto imperiale . Durante una manifestazione di fanatici capeggiata dal lettore Pietro , Ipazia fu assalita mentre si recava a casa sua , trascinata in chiesa e massacrata . I resti del suo corpo martoriato furono trascinati per tutta la città e poi bruciati .

Si spegneva una luminosa figura di donna appassionata di matematica in grado di dare ulteriore sviluppo ad alcune questioni che stava studiando ed approfondendo .

Quale sia stata la partecipazione di Cirillo a questo misfatto non è noto , ma è certo che di questo egli fu rimproverato in quanto gli esecutori materiali poterono anche agire di propria iniziativa per fare cosa a lui gradita .

La tragica fine della prima donna che aveva dato qualche contributo originale nel campo delle matematiche fu dimenticata . Soltanto 15 secoli più tardi , nel 1853 , il romanziere C. Kingsley ne richiamò la memoria in un romanzo storico intitolato Hipatye dove , insieme con l’opera , è tratteggiata in modo lirico e romanzato la figura dell’infelice matematica .

L’opera matematica di Ipazia si completa e si chiarisce nel pensiero neoplatonico e nella convinzione che il grande libro della natura è scritto con caratteri matematici e solo con la matematica è possibile la sua lettura .

 

Osservazione

Sapresti segnalarci il nome di qualche donna che abbia dato contributi personali allo sviluppo della matematica ?

Invia una lettera al seguente indirizzo di posta elettronica :

mancini2000@virgilio.it