"Rimozione", aveva garantito il presidente Maselli. Lui, che giurava di non sapere nulla della gara per gli affitti alla Banca Popolare, assicurava che, visto, accertato, capito, verificato, avrebbe rimosso i funzionari colpevoli. E la provincia aspettava. Passava un giorno, passava l’altro, e l’attesa cresceva. Si rimuovevano cestini dell’ immondizia, banchi e sedie, carte vecchie, ragnatele dalle finestre, ma dei dirigenti nessuna traccia. Addirittura si erano rimosse, dalle palle dei leoni davanti al portone, le cacche dei piccioni, ma dei responsabili nessun indizio. Forse le colpe erano altrove? Forse non avevano sbagliato? Allora occorrevano medaglie d’oro, diplomi e pergamene. Insomma, un cenno di vita. Ma, dal governo e dall’opposizione, nulla, neppure uno bisbiglio. Anche Aurisicchio sembrava diventato cieco e muto. Che fosse stato un incubo, un’ invenzione della stampa, una cattiveria del fantasma di Anzalone?