Gianna cercava la manopola dell’ audio. Era seduta davanti alla TV e aveva deciso di ascoltare cosa dicessero i candidati alle regionali. Gianna avrebbe votato ad aprile per la prima volta, e cercava parole. Aveva bisogno di parole che arrivassero sino al cuore, e di gesti, e di fatti forti. Eppure, anche se il volume era al massimo, non riusciva a sentire. Apparivano D’ Ercole, Iannaccone, De Luca, Sena, e l’ audio spariva, e lo schermo si anneriva. Appariva Giusto, e arrivavava solo un sibilo triste e cupo. Eppure, se provava a cambiare canale, si sentivano di nuovo parole chiare e coraggiose. Che fosse il vescovo Nunnari a parlare, o Ligabue a cantare, era passione o rabbia o emozione o voglia di fare, cose vive insomma. Ma a tornare su quel canale, a rivedere quelle facce, era di nuovo il nulla. Eppure dei suoni dovevano emetterli, dei pensieri finiti dovevano esprimerli. Ma perchè non arrivavano sino a lei, e si spegnevano vuoti per l’aria ?