Berlusconi indicava la via. Dai grandi tabelloni illuminati, sparsi per la città e la provincia, raccontava il verbo, con i suoi capelli cotonati e il suo sorriso da circo con protesi a ottanta denti. Nel ventennio fascista le massime erano state incise sui muri: ora era il tempo dei nuovi media. Dalla culla alla vecchiaia egli aveva sempre una parola giusta, un motto, una sveltina per vivere. Le indicazioni erano semplici : una mano a chi sta dietro, il bagno è in fondo a destra, oggi gnocchi. Tanti giovani, tra una tirata di birra e uno champagnino all’ "Insonnia" o al "Blob", tra una sbirciatina allupata al calendario di Marina e una faticosa decisione sul "che si fa stasera", si sentivano protetti e garantiti da quel semidio in plastica. Così si preparavano, sbadigliando e ammirando i cartelloni, a dare, come al solito, il cervello in vendita a colui che avrebbe pensato per loro e deciso per loro.