"Tenimm’e figlie!", diceva Zaolino. Quel sindacalista una ne diceva e mezza ne pensava. Ora proponeva che, alla Fiat, fossero assunti dapprima i figli degli operai. "Questa tuta sarà tua!", avrebbero detto i dipendenti ai loro pargoli. Alla nascita, il primo regalo sarebbe stato un ritratto di Agnelli e una chiave inglese. Compiuti diciotto anni, ecco la prima visita alla pressa, come con la prima donna. Già fioriva un mercato di adozioni clandestine. I giovani disoccupati si mettevano in fila davanti ai cancelli e facevano proposte incredibili agli operai senza figli. Chi mostrava i denti, chi faceva vedere il congedo militare, chi tentava con le lagrime: tutto pur di essere adottati o almeno presi a carico. Nelle famiglie con più figli, si aprivano lotte all’ultimo sangue, per il posto al sole, con zuppe di latte avvelenate e tentativi notturni di strangolamento. Solo gli operai gay, ancora una volta, non avevano speranze.