Nuovo Ulivo, lo chiamavano. Era una specie di giardino zoologico, quello che si preparava a perdere le prossime elezioni. Il centrosinistra faceva come quei suicidi timidi, che non si decidevano di quale morte dovevano morire. "Mi impicco!", dicevano, e preparavano la corda insaponata. Poi:"mi sparo, è meglio!", insinuavano, con la testa già nel cappio e caricavano la pistola. "No, meglio il fucile!", esclamavano con il revolver già alla tempia. " E perchè non il gas? E’ più economico!" borbottavano con l’occhio nella canna. E andavano avanti di questo passo, sino a che non finivano, per distrazione, schiacciati sotto un camion. Così i nostri eroi passavano, a Roma, da Amato a Mastella come se niente fosse, mentre in Irpinia tutto era ancora affidato alle moine e ai capricci di D’ Ambrosio e De Mita. E perfino D’ Ercole, appena trombato, poteva sognare di andare a Montecitorio, in assenza dell’avversario.