"Occupato!", era lo slogan dell’ ora. Gli uscenti del centrosinistra si consumavano in corsi di ingrasso, a base di salami e capicolli, provole e carne di maiale, per dilatarsi e incollarsi sul seggio parlamentare. L’Irpinia, in cinque anni, era rimasta ferma al palo, ma i nostri non davano segno di voler lasciare la tavola. "Piuttosto scoppio!", pensava Alberta De Simone mentre si riempiva la bocca e le tasche di baba’ e pasticcini. De Mita, invece, era convinto di esser nato prima dell’Alta Irpinia, e si illudeva che bastasse la pasta fatta in casa a Nusco per meritarsi la prossima candidatura. Ritornavano tutti, a tavola, anche Maccanico- ghost, il commensale fantasma. Invano i pretendenti, dall’Uduer ai socialisti, distribuivano mangime avariato e giravano intorno, per tentare di schiodarli. I nostri resistevano, scambiandosi soppressate e uova sbattute. Fuori, intanto, diluviava.