La processione continuava. Altre statue si vedevano all’orizzonte del centro-sinistra, di santi multimediali, ma sorrette da corrotti portantini. L’ Irpinia era stata, per troppi anni, terra di genuflessioni ai santuari della politica, di folle piegate dall’attesa di prodigi. Ora quelle vecchie statue avevano i bordi consumati, per le lingue che le avevano adorate. Ma il giubileo che si annunziava era soffocato sul nascere dalle questue dei soliti mendicanti. Dietro i cortei di osanna ai novelli uomini della provvidenza si nascondevano gli usuali baratti, la consueta compravendita di indulgenze. Ma davvero il sindaco salvatutto si illudeva che bastasse raccontare, in coppia con Di Nunno,di un mondo fantasioso, per cancellare l’ombra cupa della svendita di ogni speranza che aveva autorizzato? Ma davvero sant’ Antonio Bassolino pensava che in Irpinia ci fossero ancora fedeli con l’anello al naso?