All’improvviso erano sparite scopette e scatole di lucido. Chi erano i "lustratori di scarpe" di cui parlava Bianco, a proposito dei demitiani che lo avevano svenduto? Tutti giuravano di non conoscerli e giravano con i sandali appena comprati alla svendita di Bassolino. De Luca e Di Nunno, per non farsi notare, camminavano scalzi. Altri sbattevano gli zoccoli, per guadagnarsi un posto nel listino, che era sul punto di tramutarsi in un pozzo nero. Alla millesima puntata Castagnetti, il segretario di paglia, aveva sequestrato tutte le biro e le stilografiche, per controllare chi fossero gli infedeli. Il PPI si spegneva così in una sagra di inchiostri colorati e di topi in fuga dal calamaio. Nel frattempo, nel centrodestra, i sottomessi ai grandi imbonitori, scelti come le cravatte o le mutande, gridavano alla libertà tradita, allo scandalo, mentre sgranocchiavano ammaestrati l’ ultimo zuccherino del gran capo.