" Presidente!", " Chiamami Nicola!". "Nicola!" ," Mi chiami Presidente!". Mancino era un uomo combattuto. Non era ancora riuscito a liberarsi dal suo doppio. La mattina, quando indossava il suo saio blu, inamidato dal fido Spiniello, pensava con angoscia alle incombenze istituzionali del giorno, da dividere con il numero uno, Ciampi. Poi tornava in provincia, e già si sentiva più lieve, se non fosse per le riunioni e le assemblee da condividere con l’altro numero uno, De Mita. Infine, era diviso con se stesso, tra il Mancino presidente che non poteva scendere nella battaglia e il Nicola senatore che aveva una voglia incredibile di farlo. Così si dibatteva tra silenzi che parlavano più di mille parole e parole che nascondevano il silenzio. Solo a sera trovava un pò di pace, quando, prima di coricarsi, si guardava allo specchio e sussurrava: "Buona notte, Presidè!", e lo specchio rispondeva: " Buona notte, Nicò!"