La cartolerie si attrezzavano. Neppure erano arrivati gli urbanisti per il nuovo piano regolatore di Avellino, che gia’ nelle vetrine si esponevano graphos e pennarelli per i progetti. Ma bastava un pallottoliere, o al massimo una calcolatrice. Negli anni del massacro si era inventato un piano per una citta’ che non esisteva, di centomila abitanti. E tutto era stato gonfiato e moltiplicato, innanzitutto gli affari. Ora bastava fare la divisione per due, per ritrovare la citta’ vera e cancellare la citta’ finta. Che fosse un sommo progettista o un geometra del Cepu, bastava che disegnasse tante macchie di verde, recuperasse con uno scatto di fantasia l’ esistente e incollasse sulle carte un adesivo con una sola scritta: stop al cemento. Nel frattempo l’ assessore Abate poteva starsene a parlare ai muri e agli uccelli o farsi un sonnellino. Anche se avesse voluto, non avrebbe potuto fare peggio del passato. O no?