Si procedeva a colpi di matita. Con un frego blu si cancellavano centinaia di posti di lavoro, che sino a poco prima la stessa matita rossa aveva evidenziato con orgoglio. I sindacati, invano, cercavano di temperare il lapis, di trattenere la gomma, per impedire che passasse a cancellare, di un colpo, le speranze e la vita di tanti operai. Settori innovativi, come l’Italdata, venivano chiusi, divorati da logiche che sfuggivano a tutti. Da qualche parte si era deciso così, e basta e cuccia. Un padrone che non aveva più le sembianze umane, ma una struttura tentacolare, mille facce diverse e sempre uguali, aveva con uno sbadiglio tagliato il filo, fatto altre scelte, sparendo senza un preavviso. In un istante sulla pelle di ognuno era passato il segno della mina, e un avvenire di speranza si era tramutato in un incubo. La vita delle persone valeva quanto i trucioli lasciati dal temperamatite.