Nel centrosinistra si apriva uno spiraglio. Più che un buco, era un pertuso. Bianco vi aveva prima appoggiato l’orecchio, per sentire se Bassolino lo chiamasse, poi aveva provato ad entrarci. Da uomo di chiesa, sapeva che era più facile che un cammello passasse per la cruna di un ago, che i popolari tornassero nel regno dei cieli. Da una parte e dall’altra, molti spingevano. Spingevano i popolari alla Enzo De Luca, che già si vedevano a piedi. Spingeva e non spingeva Ciriaco, tra un calcio negli stinchi e una parola di conforto. Spingeva Castagnetti, il segretario inesistente. Dall’altra parte tiravano i cortigiani napoletani di D’Alema, i ministeriali, i "trasitizzi", i governativi. Sarebbe mai riuscito a passare il povero Gerardo? E come? Ciaccato, strattonato, denudato? Una cosa, nella cucina del centrosinistra, non era ancora chiara. Se alla fine ne fosse uscita una frittata, Rastrelli l’ avrebbe mangiata in un boccone.