Ma cos’era? Cos’era che ci spingeva alla rassegnazione, all’inerzia? Cos’era che ci faceva chiudere gli occhi, girare la faccia, dimenticare lo strazio dei morti, le lagrime e la disperazione dei sopravvissuti? Forse la percezione di non poter far nulla, contro il rosario di tragedie che si consumava in tanti cantieri dell’ Irpinia. Forse la sensazione che dai labirinti di carte, di perizie, di commissioni, spesso scaturivano fuori altre carte, altre perizie, altre commissioni; non sempre dei nomi, dei responsabili:ecco chi era stato, ecco di chi era la colpa. Forse la certezza che tanti sindacalisti del settore non erano più appassionati difensori dei più esposti, ma impiegati spenti, come tanti ispettori del lavoro, come tanti che avrebbero dovuto controllare e non controllavano, impedire e non impedivano. Così il silenzio che vinceva alla fine aveva molte voci, che nessuno voleva più sentire.