I partiti si presentavano uniti alle regionali. C’erano due Ds, tre Ppi, quattro o cinque Democratici, un paio di An, due o tre CCD, una coppietta d́ Cdu, una dozzina di Forza Italia. E margherite, trifogli, ulivi, asini, querce, bide’ e rotoloni regina a piacere. Era uno spettacolo di inaudita compostezza, di aulica serenita’. C’erano i popolari che guerreggiavano contro i popolari, i diessini che si scannavano con i diessini, e i destri che si scotennavano con i destri. Ad ognuno corrispondeva un doppione, come nelle coppie di comici: c’era un Santoro per ogni La Pietra, e un Aurisicchio per ogni De Simone. Se in una stanza capitava che uno si trovasse da solo, subito si minacciava nello specchio o si prendeva a schiaffi in faccia, per sentirsi a posto con la coscienza. Finalmente il sistema trovava un equilibrio: per ogni elettore ci sarebbe stato un partito, e i seggi se li sarebbero giocati con la monetina.