Era il tempo delle scartine. Negli enti, nelle comunità montane, dominavano e salivano in superficie gli scarichi di mille Idraulico Liquido della politica irpina, i resti schiumosi e stagnanti dei detersivi che avevano fatto brillare la cucina del pensiero locale. Ingorghi, rimasugli, ricoprivano la scena. Il Ppi si disfaceva e nel fuggi fuggi generale torme di topastri scuri cercavano di salvare il portafoglio e la pelle. Si svendevano sindaci un tanto al chilo, su una dozzina di essi in fuga si aveva diritto a un Pennetta in omaggio. Nessuno, però, poteva cantare vittoria, in quel crollo, neppure quelli che quella fine l’avevano voluta e cercata. D’ Ambrosio e compagni avevano tolto il tappo, dalla barca dei popolari, per farvi entrare a fiotti l’acqua: senza accorgersi che a fondo finivano tutti. In attesa della caduta del "tiranno" De Mita, si lavorava, insomma, per Gargani e compagnia.