Bisognava fare una colletta. Bisognava che il popolo, dai collezionisti di scorze di mandarini ai raccoglitori di lacci usati, facesse sentire la sua voce. Occorreva trovare un collegio elettorale per Antonio Argenziano. Era appena nato, che la prima cosa che aveva detto non era stata "Nguè!", come tutti i bambini, ma "seggio!". Peccato che non era stato compreso subito, perché, come onorevole dei lattanti, avrebbe forse avuto più successo. Poi era stata una vita di privazioni, nella Dc: chiacchiere a grappoli, ma ad ogni volata era sempre rimasto sperduto nel gruppo. Allora era passato in Forza Italia, sicuro di trovare un posto al sole. Ma anche qui vi erano più aspiranti onorevoli che iscritti e nessuno aveva preso a cuore il suo caso umano. Ora pensava di traslocare con D’Antoni e già articolava i suoi funambolici ragionamenti parapolitici. Sarebbe stata la volta buona o il solito buco nell’acqua?