Era una sedia miracolosa. Venezia c’era seduto ma per i popolari non c’era, esisteva ma per loro non era in vita. Era come l’Ulivo: c’era, ma nessuno se n’era ancora accorto. Il centrosinistra si ritrovava, convocato da Di Nunno e da Venezia-Nessuno. Ripartiva il dialogo, tra crucci e ripicche, tra assenze e colpi di tosse. Di Nunno aveva messo le carte sul tavolo, Nessuno le aveva aggiustate con cura. Di Nunno aveva proposto delle regole di convivenza, Nessuno le aveva scritte sulla lavagna. " Dio mio- aveva gridato Pennetta- il gesso si muove da solo !". A quel grido la sala si era rianimata. "Padre Pio, padre Pio!",aveva giurato Aurisicchio, che aspettava solo un miracolo per entrare in giunta alla Provincia. Dalla prima fila all’ultima era stato un solo entusiasmo, una sola commozione. Tutti erano in ginocchio, tutti chiedevano perdono e giuravano di essere buoni. Di Nunno li benediceva turbato, Nessuno reggeva l’acqua santa.