La destra metteva un annuncio sui giornali. "Cercasi candidato contro Nicola Mancino. Trattasi di sicuro martirio. Adeguata ricompensa in gloria". Non si riusciva a trovare uno appena presentabile. Si prendevano a randellate, per conquistare un posto in più, ma appena si arrivava a quel collegio era un fuggi fuggi generale, un fiume di smentite. L’oscar della barzelletta, alla fine, era stato assegnato ad Angelo Romano. Da quando era approdato a Forza Italia, non appena ci fosse da perdere, si faceva subito il suo nome. Questa volta, però, l’ex sindaco, che da Mancino aveva imparato l’ a b d (la "c", da alunno discolo qual era, non era riuscita ad impararla!) aveva fatto una proposta da Guinnes: lasciare libero il posto, in onore del Presidente. Tutti si erano affannati a protestare, ma nessuno aveva fatto un passo avanti. Così l’attesa continuava, per conoscere il nome del fondatore della nuova specie: il candidato trombato in partenza.