Ai tavoli della politica si cercavano bambole gonfiabili. Potevano andar bene anche marionette di legno, pupazzi di gomma o soldatini di plastica. Si potevano comprare cartellini e appiccicarli sulla fronte dei vari soggetti inanimati. I nomi si potevano sistemare a caso. Nessuno si sarebbe accorto di qualche eventuale errore. D’altronde, cosa rappresentavano? Nulla. Tutto si sarebbe deciso altrove, dopo mesi di qua qua qua. A destra e a sinistra, se avessero passato il tempo a giocare al dottore o a nascondino, sarebbe stato meglio.Per il centrosinistra si spostava tutto a Napoli, per il centrodestra tutto a Roma. Di lì sarebbe arrivato il responso, di lì sarebbero piovute le candidature. E nell’inutile provincia, i suoi inutili litigiosi rappresentanti avrebbero fatto finta di meravigliarsi, di arrabbiarsi, di disobbedire, prima di rimettersi in fila, a dire ancora una volta, come sempre, signorsì.