Era una gran bella compagnia. Ognuno voleva vedere l’altro travolto da un’auto, avvelenato, divorato da una malattia, almeno punto da una mosca tse tse. Ognuno si coricava a sera, sostenuto solo dalla speranza di essere svegliato, a notte fonda, dalla notizia del decesso dell’altro. D’Ambrosio giurava che non avrebbe mai votato per De Mita e che non lo vedeva dal ’97. Avrebbe forse votato per Berlusconi ? Anzalone augurava alla De Simone una perenne diarrea e minacciava contro Ciriaco vendetta, tremenda vendetta. Aurisicchio garantiva che Anzalone andava chiuso da qualche parte. De Luca inviava a Pennetta siluri intinti nell’ arsenico, Pennetta viveva con la speranza di vederlo mendicante. Per non parlare dei minori, che per infilare un piede in un ente si sarebbero fatti sodomizzare. Insomma, tra le fronde dell’Ulivo spirava un vento alto, una puzza tutta uguale a quella che incombeva da mesi sulla bassa Irpinia.