La partita per il girone di Avellino era quasi alla fine. Prima Maccanico, il gran vecchio, aveva provato ad indossare la maglia di titolare, che all’improvviso era sparita. Poi si era trovato a bordo campo, a fare la riserva sulla panchina. Ora, pian piano, il centrosinistra lo stava spingendo negli spogliatoi. Qualcuno, addirittura, voleva utilizzarlo come una palla. Non si capiva, infatti, se quelli che arrivavano fossero calci o carezze e se le promesse di trovargli un collegio sicuro non rassomigliassero di più ad una estrema unzione. D’altronde, i pochi collegi certi erano bloccati dai giocatori che facevano finta di giocare, dai tecnici di palle di pezza che bisognava portare comunque in Parlamento . Maccanico indugiava, tra la doccia e lo stanzino delle scope, in attesa che si decidesse la sua sorte. Nel frattempo Anzalone provava le scarpette e i tacchetti, pronto a giocare ad ogni costo la sua partita.