Don Vitaliano aspettava una lettera. " Amato fratello", così sarebbe cominciata la missiva, su carta intestata della diocesi. Il vescovo Nunnari ci avrebbe lungamente pensato, poi l’avrebbe fatto. Appena letta la relazione della Corte dei Conti, sui disastri del terremoto, non si sarebbe potuto trattenere. " Mio caro- avrebbe scritto- sono qui a implorarti il perdono. L’altra volta, quando ti sei presentato a protestare contro gli sprechi e il malaffare del terremoto, sono stato troppo precipitoso". Qui il vescovo avrebbe tirato un sospiro, mentre le immagini del prete che strepitava gli sarebbero passate sotto gli occhi."Certo anche tu, benedetto fratello, potresti darti una calmata. Però i fatti ti danno ragione. Perciò sono qui a chiederti scusa e a ritirare la sospensione a divinis. Anzi, in segno di solidarietà, mi autosospendo anch’io. Ti abbraccio". E solo alla fine Nunnari si sarebbe sentito veramente sollevato e sereno.