"Chi ha ucciso quel giovane angelo, che girava senza spada?", cantava De Gregori, in una bellissima canzone dedicata al suicidio di Luigi Tenco. Ora avrebbero detto che De Chiara era depresso, stanco, avvilito. Poi, dopo averne tessuto le lodi, avrebbero sostenuto che le ragioni della politica erano più forti, che comunque la politica non c’entrava, che bisognava andare avanti. Così già aveva detto con aria compunta il segretario regionale dei diessini, così avevano fatto senza vergogna quelli che, che con il suo corpo ancora caldo, avevano continuato a discutere e a litigare su enti e candidature. Altri gli avrebbero fatto un monumento, per dimenticarlo un po’ più in fretta. Così avrebbe fatto la sinistra, a cui appassionatamente aveva dedicato la sua vita. E tutti insieme, alla fine, avrebbero cercato con il vino di lavare la strada dalle macchie di sangue: e con il vino residuo avrebbero brindato alle magnifiche sorti del centrosinistra.