" Forse è arrivato il momento di lasciare il tavolo", diceva il diessino D’Ambrosio. Cosa significava: Forse? "Forse piove!" avrebbe detto Aurisicchio e sarebbe uscito sotto il sole con l’ombrello. "Quella forse è una porta!", avrebbe aggiunto Carmine Russo, appoggiandosi, e sarebbe caduto dalla finestra. La politica del centrosinistra coniava un nuovo termine. Non si era né al tavolo, né fuori. Non si partecipava a baratti e si partecipava. De Mita non si accettava e si accettava. Al mondo delle certezze si sostituiva quello delle probabilità. Quanto valeva quel "forse"? 30 % sì e 70% no a Ciriaco? E dove si facevano le puntate? Chi accettava le scommesse? Chi esigeva le vincite? Finalmente era chiaro. L’Ulivo non era un progetto politico ma un banco del lotto. Ora si aspettavano le uscite e le entrate su tutte le ruote, mentre D’Ambrosio, sull’uscio, avrebbe deciso se andare fuori o restare dentro a guardare l’urna che girava con i nomi dei candidati.